In Europa, FAI, News

Ringrazio Voi Giovani imprenditori per l’opportunità che avete dato al FAI ed esprimo soddisfazione per la presidenza nazionale affidata a un siciliano e per la presidenza regionale affidata a un agrigentino.
Per me è anche un ritorno a casa perché circa 30 anni fa ho partecipato ad alcuni convegni nazionali dei giovani imprenditori a Capri . Poi i miei rapporti con i giovani imprenditori sono proseguiti e sono sempre stati fonte di crescita per un avvocato come me impegnato prevalentemente nel settore bancario e assicurativo.
Il FAI è una fondazione privata senza scopo di lucro che è nata nel 1975 con l’obiettivo di emulare il national Trust inglese e dare concretezza all’art. 9 della Costituzione: “la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Una concretezza che si realizza anche attraverso l’art. 118 della Costituzione che richiama: «l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà».
Il FAI è anche la più grande impresa italiana culturale “no profit”.
Offre un servizio culturale al Paese e a fronte di questo servizio il FAI chiede ai cittadini di iscriversi. Siamo in 250 mila gli iscritti e abbiamo come ambizione il milione di soci mentre il National Trust ne conta circa 5 milioni… Quindi lavoriamo anche per un cambiamento di mentalità in Italia.
Il FAI è un’impresa e i suoi punti di forza sono Coraggio, Visione e Innovazione.
Il FAI nel tempo si è impegnato sui temi del Patrimonio storico-artistico, poi del Paesaggio e ora prevalentemente dell’Ambiente, realizzando così pienamente la propria Mission originaria poiché FAI significa “Fondo Ambiente Italiano”.
IL FAI è composto da persone che ci lavorano ( circa 300 dipendenti) e tanti volontari come me.
Bisogna superare la dicotomia tra volontariato e lavoro professionale. Proprio la Convenzione di Faro, appena approvata dal Parlamento italiano, spero servirà a creare un’alleanza tra volontari e professionisti dei beni culturali.
Il tutto come accade anche in altri ambiti come ad esempio quello sanitario.
E nelle stesse ore in cui il Parlamento ratificava la Convenzione di Faro, Papa Francesco, uno degli uomini che più si sta impegnando per la cura della “casa comune”, ha affermato: “I vertici della società devono rispettare e promuovere i livelli intermedi o minori. Infatti il contributo degli individui, delle famiglie, delle associazioni, delle imprese, di tutti i corpi intermedi e anche delle Chiese è decisivo”.
Il Papa ha citato espressamente il principio della sussidiarietà al quale il FAI si è sempre ispirato nella sua missione: “Per rispondere alla grave crisi che stiamo attraversando serve un cambiamento. Il vero cambiamento lo fanno tutti. Tutti insieme. Tutti in comunità. Se non lo fanno tutti il risultato sarà negativo. Per uscire migliori da una crisi il principio di sussidiarietà dev’essere attuato, rispettando l’autonomia e la capacità di iniziativa di tutti”.

Nessuno si salva da solo.
Da anni il FAI ad Agrigento e in Sicilia si impegna per realizzare una proficua collaborazione tra Associazioni e Istituzioni ( Pubblico e Privato, quindi anche le imprese ) nel campo dei beni culturali e del paesaggio, il nostro vero grande patrimonio anche economico.
Collaborazione che penso sia l’unico modello di sviluppo per il nostro territorio.
Siamo davanti ad un mondo nuovo. Ci vogliono nuove idee ed è fondamentale il confronto.
Oggi vorrei confrontarmi con Voi su due risultati concreti: due “trasformazioni” che partono da “mescolanze” e che riguardano beni simbolo della nostra Sicilia: la Scala dei Turchi e la Valle dei Templi. Esempi che possono essere da stimolo per il futuro.
La premessa, ripeto, è che i risultati concreti sono stati raggiunti solo grazie alla collaborazione tra Associazioni (e imprese ) e Istituzioni. Questa è la chiave di tutto: soggetti autonomi e indipendenti che collaborano per il bene comune. Che fanno rete. Il policentrismo è la forza del territorio.
L’esempio più evidente è il lavoro che Agrigento ha svolto per la Candidatura a Capitale della Cultura 2020 per i suoi 2600 anni di storia. E mi piace ricordare che fu proprio il FAI a proporre alla città di candidarsi per la prima volta nel 2015 .
-La Scala dei Turchi era fino a qualche anno fa un bene siciliano poco conosciuto, mentre oggi è uno dei più noti in Italia e all’estero. Da ultimo anche la Ferrero lo ha scelto per la campagna “Ti amo Italia” che contribuisce alla valorizzazione del patrimonio italiano.
Alla Scala dei Turchi ricordiamo la presenza per anni sulla spiaggia di un Ecomostro. Era stato costruito negli anni ’90 e possedeva tutte le necessarie autorizzazioni. Era subito intervenuta Legambiente a bloccarlo e poi è arrivato il vincolo della Soprintendenza. Nel 2008 i cittadini hanno votato la Scala dei Turchi quale luogo del cuore chiedendo la demolizione dell’Ecomostro. Il FAI si era quindi costituito nei processi affiancando Legambiente e Comune di Realmonte. I processi si sono conclusi e dopo venti anni si era pronti alla demolizione intimata dalla Procura al Comune di Realmonte, che tuttavia non aveva i soldi. Allora è intervenuto il FAI con Banca Intesa, partner dei luoghi del cuore, stanziando 20 mila euro per demolizione e ripristino dell’area. A questo punto il proprietario ha demolito a sue spese. Pertanto i 20 mila euro sono stati utilizzati per la demolizione di un altro ecomostro in cima alla Scala dei Turchi e la realizzazione di un Belvedere, successivamente ampliato e illuminato.
La demolizione dei due immobili è stata oggetto del progetto “liberare la bellezza” realizzato dall’Università di architettura di Palermo e Agrigento con la collaborazione di FAI e Comune di Realmonte. Questo progetto ha ricevuto l’importante menzione “Paesaggio e legalità e lotta all’abusivismo” al Premio Nazionale del Paesaggio del 2017. Il territorio agrigentino è quindi oggi simbolo di lotta abusivismo.
Il caso virtuoso “Scala dei Turchi” è stato anche uno dei simboli positivi degli Stati Generali del Paesaggio del 2018.
Tutto ciò ha contributo alla crescita economica di un vasto territorio. Si è realizzata una “trasformazione” della mentalità e si sono creati nuovi posti di lavoro grazie agli imprenditori che hanno compreso il valore anche economico di questa operazione. Oggi il turista resta in genere tre giorni ad Agrigento per visitare la Valle dei Templi, il Centro Storico e la Scala dei Turchi.
-Secondo esempio è la Valle dei Templi all’interno della quale il FAI ha ottenuto in concessione per 25 anni la Kolymbethra, che ha saputo valorizzare ridando vita al Giardino degli Dei.
Nel 2017 Agrigento ha vinto il Premio Italiano del Paesaggio con il Progetto “Agri-gentium landscape regeneration”. Un Progetto che ha visto la collaborazione di Pubblico e Privato: il Parco della Valle dei Templi, l’Università di Palermo, il FAI, i produttori di Olio e Vino nella Valle e il Treno Storico.
Avendo vinto, il progetto Agri-gentium è stato il progetto candidato per l’Italia al Premio Paesaggio del Consiglio d’Europa dove nel 2018 ha ricevuto l’importante menzione: “Sviluppo sostenibile e reintegrazione sociale” .
Quindi Agrigento con la sua Valle dei Templi è oggi simbolo di sviluppo sostenibile in Europa e non solo.
La Valle dei Templi cresce in visitatori al ritmo di 100 mila in più ogni anno da 5 anni e nel 2019 si è sfiorato il milione. E’ il bene più visitato in Sicilia e nell’ estate 2020 ha superato per presenze anche il Colosseo.

Una recente ricerca di RSM curata dal prof Abis della IULM di Milano ha stimato che nel 2018 le ricadute economiche e sociali del Parco della Valle dei Templi sul territorio sono state queste: 470 mila dei 950 mila visitatori hanno effettuato spese aggiuntive al biglietto di ingresso per un ammontare complessivo di 87,6 milioni di euro e queste spese hanno attivato nell’economia locale una produzione aggiuntiva di beni e servizi per 217,7 milioni di euro e occupazione per 2000 unità di lavoro.
In sintesi un euro speso da turisti genera quasi 2,5 euro nell’economia locale.
Indimenticabile al termine della presentazione di questa ricerca l’invito accorato del direttore del parco agli imprenditori a cogliere immediatamente questa splendida occasione !
E’ il vostro momento giovani imprenditori siciliani e il FAI, che sta investendo tantissimo in Sicilia, è al Vostro fianco.
Leonardo Sciascia diceva che “il più grande peccato della Sicilia è stato ed è sempre quello di non credere nelle idee.
Qui, che le idee muovono il mondo non si è mai creduto.
E’ questo che ha impedito sempre alla Sicilia di andare avanti: il credere che il mondo non può mai essere diverso da come è stato. Questa sfiducia nelle idee, anzi questa mancanza di idee, ormai si proietta su tutto il mondo, in questo senso per me la Sicilia ne è diventata la metafora”.
Adesso a 100 anni dalla nascita di Leonardo Sciascia è arrivato momento di smentire questa tesi. Di andare avanti con nuove idee .
Di affrontare tutti insieme con coraggio questa decisiva “sfida” che abbiamo davanti.
Saranno proprio le nuove idee che permetteranno a Voi giovani imprenditori di operare la “metamorfosi”, di uscire dal labirinto rompendo gli schemi
Buona fortuna tutti

Agrigento, Ecoface Impianto “Empedocle” 3/10/2020
Giuseppe Taibi (Presidente Regionale FAI Sicilia)

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