In FAI
Il treno della storia

Le origini del giardino risalgono all’epoca in cui i greci colonizzarono la Sicilia (500 a. C.) e la città di Akragas contava ben 200 mila abitanti. Per rifornirla di acqua il tiranno Tirone fece realizzare un grande sistema idrico che si concludeva ai piedi della città in un bacino detto Kolymbetra, e intorno a quel bacino venne a crearsi un frutteto. Dopo molte vicende, alla fine del Novecento la Kolymbetra è caduta in uno stato di desolante abbandono. «Finché nel 1999 il Fondo per l’ambiente italiano lo ha preso in concessione dalla Regione Sicilia per 25 anni: ha investito 500 mila euro e lo ha riportato al suo antico splendore, facendone un paradiso di biodiversità, che comprende anche piante non più coltivate al giorno d’oggi», spiega Giuseppe Taibi, capodelegazione del Fai per la provincia di Agrigento. «Oggi il giardino (che si trova all’interno del parco) si sviluppa per cinque ettari tra il tempio di Castore e Polluce e il tempio di Vulcano, e ha un flusso crescente di visitatori. Per implementarlo il Fai ha stretto un accordo con la Fondazione delle Ferrovie dello Stato, che a brevissimo riattiverà una linea ferroviaria storica attualmente in disuso. Il trenino collegherà Porto Empedocle ad Agrigento centro e avrà una fermata qui, all’ingresso del giardino», conclude Taibi. «Stiamo aspettando l’autorizzazione per fare iniziare la visita del Parco della Valle a partire dal Giardino della Kolymbetra, cosa attualmente impossibile».

https://www.corriere.it/ambiente/14_giugno_24/agrigento-viti-ulivi-mandorli-soldi-tenere-vita-templi-d178fb5c-fb8b-11e3-9def-b77a0fc0e6da.shtml

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