In AIGA, Diritto


Cari Amici,
desidero intanto ringraziarVi tutti di essere qui in questo sabato ancora estivo.
Il mio primo pensiero va al Giudice Livatino, ricordato anche come il giudice ragazzino, del quale domani ricorre l’anniversario della barbara uccisione .
Ho avuto l’onore di conoscere e frequentare in Tribunale il dott. Rosario Livatino e ritengo che abbiamo il dovere di ricordare sempre il suo sacrificio alle nuove generazioni.
Penso anche che l’avvocatura Agrigentina possa e debba svolgere un ruolo di primo piano nel combattere la mafia e la mentalità mafiosa in genere.
Vorrei poi ringraziare l’Ordine degli Avvocati di Agrigento per l’attenzione con la quale segue l’Aiga e in generale la giovane avvocatura .
Giovane avvocatura (fino a 45 anni) che rappresenta ormai la maggioranza tra gli iscritti all’albo in ogni parte d’Italia.
Con l’Ordine di Agrigento si è instaurato in questi anni un proficuo rapporto di collaborazione che è manifestato anche da questo incontro di formazione che abbiamo fortemente voluto realizzare insieme.
Su questo tavolo peraltro siedono oggi con me due attivissimi esponenti dell’Ordine di Agrigento, come Enzo Avanzato e Ignazio Valenza, che provengono dall’esperienza dell’Aiga e con i quali ho condiviso tanti bei momenti di crescita personale e professionale.
Per me, poi, oggi è un momento particolare che vivo anche con una certa emozione .
Questa è infatti la mia ultima iniziativa da Presidente dell’Aiga poiché mi avvio alla scadenza del mandato.
Ma mi avvio anche all’uscita dall’Aiga per limiti di età .
Ho infatti compiuto 44 anni e tra poco, dopo quasi 23 anni dalla mia laurea (e poi dicono che sia facile diventare avvocato..), non sarò più un giovane avvocato ma solo un avvocato.
Sono tante le immagini che mi tornano in mente ma non voglio tediarvi con i miei ricordi personali.
Sono tuttavia orgoglioso di aver potuto dare il mio piccolo contributo ad un’associazione che in questi anni è cresciuta tantissimo e che oggi conta circa 10.000 iscritti ed è presente i tutte le sedi di Tribunale.
Per affrontare le nuove sfide dell’avvocatura qualche anno fa l’AIGA è anche diventata un soggetto politico e oggi contribuisce a tutte le decisioni che a livello istituzionale ( e non solo ) riguardano l’Avvocatura e in generale la Giustizia.
L’Aiga si è anche dotata di uno strumento per favorire la formazione della giovane avvocatura e ha creato la Fondazione Bucciarelli che si occupa di accrescere le competenze dell’avvocato sia nel campo del diritto sia nell’organizzazione dello studio sia nella scelta della dimensione strategica.
La Fondazione, che è stata recentemente accreditata dal CNF per la formazione permanente, contribuirà a rendere l’offerta formativa obbligatoria più ampia e variegata a vantaggio di tutta l’avvocatura.
Tante sono state le iniziative che hanno visto l’AIGA di Agrigento protagonista sia a livello locale sia a livello nazionale e non basterebbe una giornata per ricordarle tutte.
Ad una iniziativa, tuttavia, la nostra aiga è più legata e cioè il “Massimario della Giurisprudenza Agrigentina “ che permette a giuristi, istituzioni, aziende e cittadini di conoscere l’orientamento del Tribunale di Agrigento sulle questioni più importanti .
E’ un’iniziativa che vede collaborare insieme Avvocatura e Magistratura nella selezione delle sentenze e nell’individuazione delle massime da pubblicare.
Speriamo che questa collaborazione tra Avvocati e Magistrati continui e si estenda anche ad altri settori così da migliorare insieme il servizio Giustizia a partire da Agrigento.
In una frase l’AIGA è stata per me un’importante esperienza di crescita umana e professionale. Una crescita attraverso il confronto che consiglio a tutti.
Colgo, quindi, l’occasione per invitare tutti i giovani avvocati ad iscriversi all’Aiga e a partecipare al Congresso Nazionale che quest’anno si svolgerà proprio in Sicilia (Taormina) dal 9 al 12 ottobre di quest’anno sul tema “Le avvocature tra paleogiustizia e società contemporanea”. In questa sede sarà eletto il nuovo Presidente nazionale e verrà tracciato il programma per i prossimi anni.
Oggi, anche a causa anche dell’elevato numero di avvocati in Italia, non sono molte le opportunità che vengono offerte ai Giovani Avvocati e spesso noi stessi, sfiniti dal quotidiano e dalle emergenze, non siamo, lasciatemelo dire, neppure in grado di cogliere le poche opportunità che ci vengono offerte.
Ecco l’AIGA ci offre un’opportunità che dobbiamo saper cogliere anche per contribuire a rendere più efficiente ed efficace il servizio Giustizia.
E da un’opportunità all’altra, oggi un’altra importante opportunità per i giovani avvocati è offerta proprio dalla Conciliazione e dall’Arbitrato.
Si tratta di temi non nuovi ma che tuttavia stanno avendo adesso un’applicazione straordinaria in tutto il mondo. Sono quindi particolarmente lieto di chiudere il mio impegno di Presidente con una giornata di studio su temi che aprono nuovi spazi di attività ai giovani professionisti.
Una giornata di studio che vede la presenza di due illustri relatori.
Il Prof Briguglio, professore di Procedura Civile a Roma, non ha bisogno di presentazioni trattandosi di uno trai più apprezzati studiosi della materia dell’arbitrato.
L’Avv.Santi, poi, nonostante la sua giovane età, è uno dei migliori formatori nel campo della Conciliazione ed è anche Presidente di Resolutia, una nota associazione che si occupa della gestione delle controversie.
Non mancheranno, quindi, gli spunti di discussione e sarebbe bello concludere l’incontro con un bel dibattito magari in contraddittorio tra chi si entusiasma per il nuovo e chi difende i valori della tradizione .
Ognuno di noi svolge quotidianamente un’attività di conciliazione nel proprio studio.
Calamandrei ricordava che (cito testualmente dal suo elogio dei giudici scritto da un avvocato):
“L’opera più preziosa degli avvocati civilisti è quella che essi svolgono prima del processo, stroncando con saggi consigli di transazione i litigi all’inizio, e facendo tutto il possibile affinché essi non raggiungano quel parossismo morboso che rende indispensabile il ricovero nella clinica giudiziaria….”
“L’avvocato probo deve essere, continua Calamandrei, più che il clinico, l’igienista della vita giudiziaria : e proprio per questa giornaliera opera di disinfezione della litigiosità, che non sale alla pubblicità delle aule, i giudici dovrebbero considerare gli avvocati come i loro collaboratori più fidi”
Oggi Conciliazione e Arbitrato sono al centro del dibattito nazionale e internazionale tra i giuristi di tutto il mondo.
Cresce il numero delle conciliazioni (Le camere di commercio ad esempio sono passate da 696 conciliazioni nel 2000 a 8.024 nel 2006).
Cresce il numero degli organismi di conciliazione pubblici e non. Il CNF sta investendo molto sugli organismi di conciliazione presso gli Ordini. Tanto per citare qualche altro esempio, la Camera arbitrale Europea, della quale mi onoro di presiedere la sezione di Agrigento, ha recentemente costituito un “Centro di Mediazione dell’Europa, del Mediterraneo e del Medio Oriente”, con sede a Valencia, in vista anche dell’apertura delle frontiere nel mediterraneo nel 2010.
Si è costituita l’associazione del Conciliatore Bancario, che si serve di conciliatori indipendenti ed esperti del settore; conciliatore bancario che sta lavorando anche per un “sistema conciliazione” che unisca Camere di Commercio, Ordini Professionali e Banche al fine di favorire lo sviluppo della Cultura della Conciliazione.
Anche a livello legislativo qualcosa si muove : il dipartimento Affari e Giustizia del Ministero della Giustizia ha presentato recentemente (nel 2007) un progetto intitolato “La mediazione come strumento di riduzione del debito giudiziario, di risoluzione alternativa delle controversie e di composizione dei conflitti”.
Un progetto che l’Avv.Santi non ha esitato a definire rivoluzionario e che il nuovo Governo intende riprendere e rilanciare, anche perché l’ex capo del dipartimento Affari e giustizia e oggi a capo dell’Ufficio Legislativo.
Un progetto che si basa su tante considerazioni anche di tipo economico ma fa perno sulla sentenza della Corte costituzionale (sentenza n. 276 del 13 luglio 2000), che, in tema di conciliazione pre-giudiziale nel processo del lavoro, ha affermato che esiste un vero e proprio interesse pubblico rispetto all’istituto della conciliazione. Questa, infatti, costituisce non solo un’efficace strumento deflattivo in grado di contenere lo smisurato proliferare delle controversie giudiziarie, ma rappresenta un veicolo di diffusione di quella cultura della pacificazione, che trova la sua fonte primaria nell’art. 2 della Carta Costituzionale, in relazione agli istituti che riconoscono e garantiscono la solidarietà.
Parole come cultura della pacificazione e solidarietà mi riportano la mente alla cultura della non violenza di Ghandi ( anche lui avvocato) o alla recente alla commissione verità e riconciliazione che ha permesso a Mandela di affrontare l’apartheid .
Ma senza scomodare questi grandi uomini sono certo che ognuno di noi sente la necessità di rispondere al disgregarsi, oggi, del nucleo base della nostra società, cioè la famiglia, così come l’individualismo sta minando ogni associazione tra gli uomini ed investe anche la politica, che non riesce più a svolgere l’indispensabile ruolo di mediazione degli interessi.
Ecco che a noi Avvocati, in questo momento storico, viene data l’opportunità di svolgere un ruolo da protagonisti e insieme, se ci pensate, di dare un senso alla nostra professione.
Le nostre conoscenze dell’uomo (con i suoi pregi e i suoi difetti), che provengono dagli studi umanistici e dal ruolo sociale svolto fino ad oggi; conoscenze dell’uomo abbinate alle nostre conoscenze di diritto nonché alla nostra cultura dell’indipendenza e alla necessaria tensione morale possono essere oggi utilissime in tutte le sedi di prevenzione, mediazione e risoluzione dei conflitti.
Va ricordato, inoltre, che il Parlamento europeo, nella risoluzione del 23 marzo2006, ha riconosciuto l’indipendenza , l’assenza di conflitti di interesse e il segreto/confidenzialità quali valori fondamentali della professione legale ribadendo che la loro conservazione è di interesse pubblico.
Proprio nella nuova Europa si sta diffondendo sempre di più questa Conciliazione svolta con l’assistenza di un conciliatore.
Un conciliatore che incontra le parti, sia collegialmente che separatamente, al fine di esaminare le esigenze di ognuna di esse aiutando le parti a riprendere il dialogo nonché a comprendere quanto la propria pretesa sia realizzabile e quali siano i rischi del contenzioso.
Dal punto di vista delle parti, l’accordo negoziato risulta avere maggiore probabilità di effettiva attuazione, rispetto alla risoluzione di natura autoritaria operata dal giudice, proprio perché l’accordo è a base volontaria.
Il diretto contatto tra il conciliatore e ciascuna parte, la rapidità del procedimento, la sua totale informalità, la riservatezza e l’alta probabilità di risoluzione della controversia, rendono sempre più appetibile questa scelta .
Sarà per noi avvocati una bella sfida anche perché solo l’alta professionalità e la deontologia dei conciliatori potranno garantire il successo di questo metodo alternativo di risoluzione le controversie.
L’arbitrato può invece essere oggi una valida alternativa nel caso di mancato raggiungimento della soluzione conciliativa.
Per tale motivo molte clausole contrattuali prevedono prima il ricorso alla conciliazione e poi all’Arbitrato.
Un arbitrato che può essere anche affidato ad un arbitro unico, giurista ed esperto del settore, e che possa garantire una decisione equa magari a costi meno elevati di quelli odierni.
Va segnalato che l’arbitrato sta inoltre vivendo uno dei momenti più felici a livello internazionale dove nessuna delle parti vuole applicare l’ordinamento dell’altra parte, che non conosce e del quale diffida, e chiede sempre che la controversia venga decisa secondo equità da un arbitro terzo e indipendente, esperto del settore.
In prospettiva tuttavia, lo dico a scanso di equivoci, non si intravede nessuna deriva verso una giustizia privata.
Infatti il luogo naturale di risoluzione dei conflitti resterà sempre l’aula del Tribunale che, proprio per l’incidenza delle procedure alternative, potrà concentrarsi sui casi più importanti e dibattuti dall’opinione pubblica.
Potrà, anzi, essere garantita una migliore funzionalità del processo ed una corretta valorizzazione del ruolo difensivo.
Le sentenze emesse diventeranno poi precedenti giurisprudenziali indispensabili per ogni giurista e per la crescita civile di una comunità.
In conclusione penso che il compito che attende oggi noi avvocati sia appassionante e sono certo che ne sentiamo anche la responsabilità .
Credo che dobbiamo prepararci con pazienza e guidare con coraggio il cambiamento.
Buon lavoro e buona fortuna.
Avv Giuseppe Taibi-Presidente AIGA Agrigento
20 settembre 2008 – Agrigento – Grand Hotel dei Templi

Condividi su:
Recommended Posts

Start typing and press Enter to search