Autorità, Care Amiche, Cari Amici
Ho preso qualche appunto per essere breve così da non abusare della vostra attenzione e magari entrare in sintonia con Voi.
Nel 2020 ricorrono i 2600 anni dalla nascita di Agrigento, i 45 anni dalla nascita del FAI e i 20 anni dalla nascita della delegazione di Agrigento.
Per celebrare il tutto, in modo sobrio, oggi presentiamo il libro di Alberto Saibene, Storico della Cultura.
Un libro dedicato al “Paese più bello del mondo”, che racconta anche la storia del FAI, la nostra storia…
Il sottotitolo è infatti :” il FAI e la sfida per un’Italia migliore”.
Perché “il FAI nasce come sfida e come tale vive”, come diceva Renato Bazzoni, uno dei fondatori del FAI .
Nel libro di Saibene la storia d’Italia, dal secondo dopoguerra ad oggi, si intreccia con la storia del FAI, che nasce nel 1975.
Infatti il Volto del nostro Paese, unico per stratificazione di civiltà, per testimonianze storico-artistiche e varietà di paesaggi, era rimasto intatto fino alla seconda guerra mondiale. A sfregiare questo Volto, più che la guerra, è stata la ricostruzione senza regole del dopoguerra.
Questo libro ci parla, con equilibrio, delle vittorie e delle sconfitte della più grande impresa culturale privata italiana e insieme dell’impegno delle tante persone e associazioni, da Italia nostra a Legambiente dal WWF a Slow food solo per citarne alcune, schierate e difesa del Paese più bello del mondo.
Una difesa che ci riguarda tutti perché il nostro patrimonio storico-artistico e paesaggistico è il Patrimonio più importante che abbiamo.
Una difesa che deve basarsi sulla collaborazione tra Istituzioni e associazioni, per il bene dell’Italia.
“La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico artistico della Nazione“ recita l’art. 9, uno dei capisaldi della nostra Costituzione ( l’intuizione si deve anche a Aldo Moro)
Né lo Stato né i privati ( singoli o associati ) oggi possono riuscire da soli a tutelare il Paesaggio e il Patrimonio storico-artistico della Nazione e allora il FAI ci invita ad agire da privati nell’interesse generale, in applicazione del principio di sussidiarietà previsto dall’art.118 della Costituzione.
Il libro di Saibene : “va letto, è importante”. Sono solo queste le parole della dedica che nella mia copia del libro scrive Giulia Maria Crespi, la novantasettenne Fondatrice e Presidente Onoraria del FAI, oggi purtroppo scomparsa.
Ricordo che, solo tre giorni dopo la tragica morte del figlio, Giulia Maria è intervenuta alla riunione dei Presidenti Regionali di due mesi fa per invitarci a far amare la natura facendo ascoltare la sesta di Beethoven, perché nella sesta di Beethoven c’è la passeggiata in un bosco, che incontra un torrente, che incontra gli uccelli e che poi finisce davanti ad un cielo stellato.
Nella stessa occasione Giulia Maria ci ha ricordato che noi non siamo solo un corpo ma che in ognuno di noi risiede una luce divina, quella luce che dobbiamo sempre perseguire nella nostra vita e che oggi Lei può finalmente ammirare nella sua pienezza.
Il ruolo Sociale e Culturale del FAI è cresciuto in questi ultimi anni e proprio durante la pandemia si è respirata al FAI un’energia forte e nuova che ha dato il via a riforme strutturali, riforme che da sole meriterebbero un nuovo capitolo del libro…
Iniziative come le giornate FAI, il censimento dei luoghi del cuore, l’impegno a favore della scuola e in genere delle nuove generazioni, l’acquisizione di nuovi beni da valorizzare e aprire alla fruizione collettiva e il grande progetto di valorizzazione dell’Italia sopra i 600 metri hanno stimolato molti cittadini a unirsi a noi e il FAI oggi conta ben 214 mila iscritti.
Oggi tutti comprendiamo meglio che temi come Paesaggio, Ambiente e Salute sono strettamente legati tra di loro.
In Sicilia l’impegno del FAI è notevolmente aumentato e la Sicilia è oggi una delle regioni più virtuose per numero di aperture durante le Giornate FAI mentre i luoghi siciliani sono tra i più votati al censimento dei luoghi del cuore e molti di loro sono stati recuperati e valorizzati.
Anche ad Agrigento esperienze simbolo di impegno civile, di bello e buono, come quelle della Kolymbethra e della Scala dei turchi hanno dato una spinta alla crescita sociale ed economica del territorio stimolando la candidatura di Agrigento a Capitale Italiana della Cultura .
Permettermi solo di aggiungere che nel 2017 la Valle dei Templi ha vinto il premio Italiano del Paesaggio con il Progetto Agri-gentium. Un Progetto che ha visto la collaborazione di Pubblico e Privato: il Parco della Valle dei Templi, l’Università di Palermo, il FAI, i produttori di Olio e Vino della Valle e il Treno Storico.
Questo progetto è stato premiato nel 2018 come progetto candidato per l’Italia del Premio Paesaggio del Consiglio d’Europa con la menzione: “Sviluppo sostenibile e reintegrazione sociale” .
Allo stesso modo il progetto “liberare la bellezza” dedicato alla Scala dei Turchi (demolizione di due immobili e realizzazione di un belvedere) in occasione del Premio Italiano del Paesaggio del 2017 ha ricevuto la menzione “Paesaggio e legalità e lotta all’abusivismo”.
Concludendo, Alberto Saibene è certamente uno storico della cultura italiana del XX secolo ma di quella cultura che innova, che intuisce, che ha una visione.
Uno storico delle idee, mi permetterei di aggiungere .
Saibene ha scritto, infatti, sia su Adriano Olivetti che su quella borghesia illuminata che ha ispirato la cultura ambientalista di questo Paese. Una cultura ambientalista che oggi, con le crisi in atto: climatica, ecologica e sanitaria, deve diventare patrimonio di tutti.
A lui, pertanto, chiedo di raccontarci il passato ma anche di darci indicazioni sul futuro; uno sguardo sul tempo che verrà, come solo chi conosce la storia sa fare.
In poco tempo e in modo traumatico è cambiato tutto, siamo entrati in un mondo nuovo e solo le nuove idee potranno salvarci e salvarlo.
Siamo davanti a un mondo che nasce e “il mondo che nasce” è proprio il titolo della raccolta di scritti di Adriano Olivetti curata da Saibene. Pagine in cui si parla di dignità delle persone, di conoscenza, di comprensione profonda dei valori della cultura, di responsabilità dell’impresa verso i lavoratori e l’ambiente, e dove la scienza, la tecnologia e l’economia sono strumenti al servizio dell’uomo e della comunità. Parole di un’agenda ideale per costruire un mondo davvero nuovo.
Leonardo Sciascia diceva che “il più grande peccato della Sicilia è stato, ed è sempre, quello di non credere nelle idee.
Qui, che le idee muovono il mondo non si è mai creduto.
E’ questo che ha impedito sempre alla Sicilia di andare avanti: il credere che il mondo non può mai essere diverso da come è stato.
Questa sfiducia nelle idee, anzi questa mancanza di idee, ormai si proietta su tutto il mondo, in questo senso per me la Sicilia ne è diventata la metafora”. La Sicilia come metafora del mondo…
Adesso è arrivato il tempo di smentire questa tesi. Di andare avanti. Di far tesoro della lezione di Giulia Maria Crespi : Sognare e Realizzare.
Di affrontare tutti insieme e con coraggio questa nuova decisiva “sfida”.
Buona Fortuna
Aragona (AG) Casa Genuardi Fontes Episcopi 19 Luglio 2020