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Una scommessa importante quella del progetto Genesi e del FAI, che sollecita diverse riflessioni e suggestioni.

Letteratura, diritto e diritti, umani e non, hanno da tempo stretto un forte connubio, alimentandosi entrambi di parole, testi, scritture che avvicinano sempre di più l’uomo, la persona umana ad approcci non convenzionali verso il tema dei diritti fondamentali. Anche Carlo Vittorio Giabardo, sulle colonne di questa Rivista, ha dedicato ampie e stimolanti riflessioni al tema arte e diritto scandagliandolo in modo raffinato, come già il titolo del Suo contributo dimostra –Arte e diritto. Il diritto nell’arte e il diritto come arte -.

La dimensione universale, globale e sociale dei diritti sembra ricercare forme e luoghi diversi da quelli tradizionali per mettere al centro della riflessione i diritti fondamentali.

In questa prospettiva si inscrive l’attivazione del canale rappresentato dall’arte come luogo di denunzia, di considerazione, di valorizzazione dei diritti dell’uomo.

Allo studio di tale prospettiva si è, giusto a titolo soltanto esemplificativo, dedicato di recente Pierluigi Pari, L’arte contemporanea per i diritti umani. L’emergenza migratoria del Mediterraneo, in L’Ircocervo, 20 (2021) n. 1-  con l’occhio rivolto allo studio di rappresentazioni pittoriche sul tema migratorio.

Oggi l’iniziativa promossa dall’Associazione Genesi e dal Fai in simbiosi con l’Università Cattolica del Sacro Cuore è forse qualcosa di più, di più profondo, stringendo lacci sempre più interconnessi fra saperi e culture per lungo tempo abituate a considerarsi monadi slegate e che invece cominciano ad avvertire e ad essere avvertite come momenti di un tutto nuovo da ricercare, comprendere e inventare, nel senso grossiano del termine. 

Per questo ringraziamo la Professoressa Ilaria Bernardi, curatrice del progetto Genesi e l’Avv.Giuseppe Taibi, capo delegazione  del Fai di Agrigento per averci aperto le porte alla conoscenza di questa affascinante ed innovativa  esperienza di avvicinamento al tema dei diritti umani.

1) Professoressa  Bernardi, come è nata l’idea di promuovere, attraverso l’Associazione Genesi, l’iniziativa artistico-culturale da Lei curata, “Progetto Genesi”, dedicata al tema dei diritti umani?

L’Associazione Genesi è nata nel 2020 per volontà di Letizia Moratti con l’obiettivo è di contribuire, attraverso l’arte contemporanea, alla creazione di una cittadinanza più responsabile e socialmente attiva. Per questa ragione ha dato vita alla Collezione Genesi, con la curatela di Clarice Pecori Giraldi, selezionando opere d’arte di artisti di tutto il mondo che riflettono sulle urgenti, complesse e spesso drammatiche questioni culturali, ambientali, sociali e politiche coeve. Progetto Genesi è stata la conseguenza ‘naturale’ della creazione della Collezione Genesi: affinché la Collezione potesse veicolare le storie e i messaggi sottesi dalle opere, era necessario dotarla di un dispositivo al contempo espositivo ed educativo. L’esposizione delle opere avrebbe permesso di farle conoscere al pubblico, mentre le molteplici attività educative, non solo legate all’arte ma anche dal taglio interdisciplinare, avrebbero permesso di approfondire il tema dei diritti umani da più punti di vista, ampliando di conseguenza il raggio dell’azione educativa del progetto.  

2) L’arte contemporanea come ambasciatrice dei diritti umani universali. Vi siete ispirati a qualche esperienza simile? Chi ha scelto le opere e seguendo quali criteri?

Progetto Genesi non si è ispirato a nessuna esperienza precedente; è piuttosto un unicum. Tuttavia, per l’obiettivo, condiviso con la Collezione Genesi, di ‘mappare’ il mondo e le sue storie attraverso opere d’arte contemporanea, un suo importate punto di riferimento è la mostra Magiciens de la Terre, curata da Jean-Hubert Martin e tenutasi nel 1989 al Centre Georges Pompidou di Parigi, che per prima rivolse lo sguardo oltre l’Occidente mettendo in luce l’esistenza e la bellezza dell’arte non occidentale.

La Collezione è stata voluta da Letizia Moratti che ne ha affidato la curatela a Clarice Pecori Giraldi. Il criterio principale per darle vita è stato quello di individuare opere che da un lato parlassero delle più urgenti e attuali questioni sociali, dall’altro fossero capaci di dare una speranza, una via di uscita dai drammi del nostro tempo. L’opera di Alfredo Jaar, ad esempio, mostra due bambini di spalle che si abbracciano mentre sullo sfondo si sta compiendo il genocidio del Ruanda del 1994: la scelta di mettere in primo piano quel gesto di solidarietà e di sfocare il dramma sullo sfondo è emblematico dell’approccio con cui sono state selezionate le opere della Collezione Genesi.

3) Ci può dire qualcosa di più dettagliato sulle singole sezioni tematiche che sono enumerate all’interno della mostra?

Le sezioni tematiche sono soltanto delle possibili chiavi di lettura delle opere della Collezione, utili a conferire alla mostra una sorta di plot narrativo capace di rendere più fluido il percorso espositivo per il visitatore. Tuttavia le opere hanno in sé molteplici significati, tali che potrebbero essere inserite in più sezioni. L’inserimento di un’opera in una sezione anziché in un’altra deriva dal principale e più evidente significato attribuito dal suo artista a quell’opera.

Le sei sezioni tematiche sono La memoria di un popolo, Un’identità multiculturale, Le vittime del Potere, Il colore della pelle, La condizione femminile, La tutela dell’ambiente. Individuano quindi sei tra i temi più cogenti all’interno della tematica, molto più vasta, dei diritti umani e dell’ambiente.

4) La memoria come “colla” fra le generazioni presenti e quelle future. Come esprimere questa prospettiva attraverso l’arte contemporanea?

Le opere della sezione La memoria di un popolo indagano come le tradizioni e la storia di ogni comunità siano da considerarsi una memoria collettiva da preservare in quanto elemento identitario fondamentale. L’opera Brazil Series #6 dell’artista ucraina Zhanna Kadyrova, ad esempio, associa metaforicamente la possibilità di reimmaginare un edificio (e dunque la memoria) a quello di riutilizzare capi di abbigliamento. L’artista utilizza le piastrelle di edifici distrutti, abbinandole a pesanti materiali edili come calcestruzzo e cemento, per realizzare abiti-sculture, convinta della necessità di memoria e di reimmaginazione delle tradizioni architettoniche di ogni comunità.

5) La condizione di vulnerabilità e le vittime di ingiustizie spesso inferte da chi detiene il potere. Con un occhio rivolto all’Italia, all’Europa o al mondo?

Questo tema è sviluppato dalla sezione Le vittime del Potere. Come per tutte le altre sezioni, l’occhio è sempre rivolto al mondo perché, purtroppo, si riscontrano lesioni dei diritti umani e dell’ambiente in ogni parte del nostro pianeta.

6) L’accostamento del diritto alla letteratura è ormai consueto. Meno quello dell’arte contemporanea al diritto ed alla protezione dei diritti fondamentali, e sicuramente nuovo quello di attribuire all’iniziativa l’obiettivo di formazione permanente in merito ai diritti umani, prevedendo non solo visite guidate e workshop alla mostra, ma anche conversazioni interdisciplinari organizzate in sinergia con l’Università Cattolica del Sacro Cuore. È stato difficile coniugare questa poliedricità di prospettive e con quali mezzi le state rendendo effettive?

La collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore è stata molto semplice e proficua fin dall’inizio. Il ciclo di dodici conversazioni sui diritti umani, Sfide per il futuro, organizzato in collaborazione con l’Università, si svolge online ed è interamente gratuito. Prevede una conversazione al mese, dall’ottobre 2021 al settembre 2022, tra esperti di discipline differenti (diritto, letteratura, economia…) e docenti dell’Università stessa. Ciascuna conversazione si tiene in occasione o in prossimità di importanti Giornate Internazionali o Mondiali istituite dalle Nazioni Unite e legate ai diritti umani. È dalla convinzione che l’arte non debba più essere autoreferente, che nasce l’idea di includere in Progetto Genesi un’attività capace di spostare l’attenzione dall’arte tout court all’interdisciplinarietà, in modo da affrontare il tema dei diritti umani da prospettive differenti e in modo da coinvolgere un pubblico molto più vasto, non legato necessariamente all’arte contemporanea.

a) Avvocato Taibi, le mostre itineranti di Progetto Genesi non solo in musei identificativi delle città ospitanti, ma anche in luoghi del FAI di quelle stesse città. Portare i diritti fondamentali “in giro” per l’Italia ed inserirli in contesti culturali  indigeni, in modo che l’arte di artisti contemporanei di tutto il mondo possa fondersi con quella locale. Con quali obiettivi? 

Il  FAI – Fondo Ambiente Italiano – è una fondazione privata senza scopo di lucro che  nasce nel 1975 con l’obiettivo di emulare il National Trust inglese e dare concretezza all’articolo 9 della Costituzione italiana: “la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

Una concretezza che si realizza anche attraverso l’art. 118  della Costituzione che richiama: «l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà».

In Italia il patrimonio storico-artistico  e paesaggistico è il patrimonio più importante.

È il patrimonio  che tutti dobbiamo conservare, proteggere e valorizzare.

È di questo si occupa il FAI in un’ottica di collaborazione tra Istituzioni e Associazioni (Pubblico e Privato).

Progetto Genesi porta il FAI in un campo nuovo, ma perfettamente in linea con lo spirito della sua missione culturale ed educativa. Questa mostra, infatti, offre al FAI l’occasione di riportare all’attenzione dei cittadini  la funzione sociale dell’arte, e della cultura in genere, come strumento potente, capace di parlare a tutti e di incidere sulla società, per trasformarla, per migliorarla, per favorirne il progresso.

b) I luoghi FAI toccati dalle quattro tappe del progetto: Villa e Collezione Panza,  Bosco di San Francesco ad Assisi,  Casa Noha a Matera e  Agrigento.  Con quali criteri sono stati scelti questi luoghi?

Per la prima volta il FAI, grazie a questa mostra, si occupa di diritti umani, calpestati ancora oggi in tanta parte di mondo. Le opere degli artisti nella collezione Genesi denunciano violazioni inaccettabili e suscitano riflessioni che rimandano ai massimi problemi dell’umanità e a questioni esistenziali, personali e collettive.

Gli stessi temi, seppure in forma meno esplicita, emergono anche dalla storia dei luoghi in cui questa mostra sta facendo tappa, a dimostrazione  che il patrimonio culturale deve essere tutelato non solo per il suo valore storico e artistico, ma anche perché testimonia e promuove valori fondamentali per la civiltà di ieri, di oggi e di domani.

Le opere d’arte collezionate da Giuseppe Panza hanno invitato il pubblico che ha visitato Villa Panza a Varese a un viaggio introspettivo alla ricerca quasi spirituale di sé e del senso della vita. 

La spiritualità cristiana che promana ad ogni passo lungo i sentieri del Bosco di San Francesco ad Assisi (proprietà del FAI dal 2008), e nella piccola chiesa benedettina di Santa Croce, si è fusa con la spiritualità laica del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto. Un’opera d’arte (donata al FAI dall’artista nel 2011) che è un simbolo della necessità urgente di ritrovare l’armonia con la natura per garantire un futuro all’umanità. 

Casa Noha, una casa nel cuore dei Sassi di Matera (donata al FAI nel 2004) ha raccontato la storia di una città che ha sofferto la violazione dei diritti umani nella straziante povertà dei suoi abitanti, fino al riscatto, negli anni Cinquanta, innescato proprio da un’opera d’arte: il libro di Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, che per la prima volta ha portato alla conoscenza di tutti quella inaccettabile condizione di arretratezza nell’Italia del boom economico. 

Agrigento, infine, che vive da vicino il dramma dei migranti che approdano nell’isola di Lampedusa, fin dal VI secolo a.C. è stata un faro di civiltà nel Mediterraneo e un centro di cultura aperto alle influenze straniere, che si ritrovano infatti nell’architettura dei suoi edifici storici così come nella varietà mediterranea delle specie coltivate ancora oggi nel Giardino della Kolymbethra, affidato al FAI nel 2009 dalla Regione Siciliana, un capolavoro di storia e natura  e la testimonianza di un’umanità accogliente, e perciò fiorente. 

Progetto Genesi offre dunque al FAI l’occasione di sottolineare nel racconto di questi luoghi l’attualità e l’universalità del messaggio sociale che essi custodiscono ed esprimono.

c) Abbiamo visto che anche l’ambiente  come valore costituzionale costituisce una delle sezioni tematiche di Progetto Genesi.Progetto Genesi si inserisce in un periodo storico nel quale si avverte un fortissimo desiderio di tornare a contatto, dopo l’emergenza pandemica, con la salubrità dei luoghi. L’Ambiente e il FAI, sono stati sempre in sinergia. Il nuovo assetto costituzionale che ha riservato ulteriore riconoscimento all’ambiente vi responsabilizza ulteriormente?

Adesso  l’Articolo 9 della Costituzione Italiana è stato integrato con: “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”. 

Il progetto Genesi  ad Agrigento aprirà al pubblico la  prestigiosa mostra  il 5 Giugno 2022: Giornata Mondiale dell’Ambiente. 

Sarà, quindi, l’occasione ideale per parlare di Arte, Diritti Umani e Ambiente 

L’Ambiente è  oggi l’obiettivo più importante per il FAI, che nasce proprio come “Fondo per l’Ambiente” . 

Un obiettivo di cui ci occupiamo, in particolare, con le nuove generazioni anche in occasione di momenti di grande partecipazione pubblica come  le giornate  FAI di Primavera, di Autunno e di Inverno. Un Ambiente che il FAI intende come: “Ambiente dell’Uomo”, come intreccio indissolubile tra Natura e Storia.

Il FAI  è consapevole che il futuro dipende da tutti noi  e che ognuno deve fare la propria parte.

Il FAI sa perfettamente  che l’area mediterranea sarà tra le più colpite al mondo, con una netta riduzione delle precipitazioni, un aumento dell’aridità, ondate di calore e innalzamento del livello del mare. Questa consapevolezza deve essere condivisa il più possibile.

d) L’ultima tappa in terra agrigentina. Perché la Biblioteca Lucchesiana e il Museo Archeologico Regionale  “Pietro Griffo?

Il museo archeologico regionale “Pietro Griffo” fa parte del Parco Archeologico Valle dei Templi con cui il FAI ha sempre proficuamente collaborato.

Va ricordato, infatti, che, sempre  nell’ottica della collaborazione tra Pubblico e Privato, il progetto  “Agri Gentium: landscape regeneration” promosso dal Parco Archeologico della Valle dei Templi in collaborazione con il FAI,  l’Università di Palermo, il Treno Storico e  altri partner , ha vinto il  Premio del Paesaggio Italiano del 2017. Il progetto “Agri Gentium” è stato considerato di particolare valore tra le 97 proposte di candidatura pervenute in seguito al bando indetto dal MIBACT  e la commissione ministeriale ha riconosciuto come uno dei principali elementi di qualità del progetto il Giardino della Kolymbethra che rappresenta la prima virtuosa collaborazione tra una Fondazione privata, qual è il FAI, e l’Assessorato ai beni culturali della Regione Sicilia.

 Il progetto “Agri Gentium” è diventato, di conseguenza, il candidato italiano al Premio Europeo del Paesaggio del Consiglio d’Europa dove ha ricevuto la prestigiosa menzione: “sviluppo sostenibile e reintegrazione sociale”.

Quindi oggi uno dei simboli dello “sviluppo sostenibile” in Europa è Agrigento proprio grazie alla virtuosa collaborazione tra Istituzioni e Associazioni.

Nell’ottica di collegare la Valle dei Templi con il Centro Storico (quindi la Valle e il Colle)  è stata scelta la splendida Biblioteca Lucchesiana perché la stessa è risultata tra i luoghi del cuore FAI più votati della provincia di Agrigento .

Il Presidente Emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, intervenendo alla Biblioteca Lucchesiana di Agrigento, ci ha ricordato che nel sistema dei beni culturali è essenziale la cooperazione fra i diversi soggetti coinvolti: siano essi pubblici, privati, nonché impresa e no-profit. La cooperazione è l’espressione, nel sistema dei beni culturali, dei principi costituzionali di pluralismo sociale (artt. 2 e 18 Cost.) e istituzionale (artt. 5 e 114); delle garanzie di libertà di manifestazione del pensiero (art. 21), di cultura e di ricerca (art. 33), di iniziativa economica (art. 41).

e) Agrigento città d’arte e di cultura, riconosciuta a livello mondiale. Ma non solo…. La scommessa di Progetto Genesi  verso una cultura che promuova la protezione dei diritti umani  in un territorio  spesso chiamato ad affrontare in emergenza i fenomeni migratori. Cosa può anticiparci?

Il FAI partecipa anche alla missione educativa del Progetto Genesi coinvolgendo i volontari delle Delegazioni FAI e in particolare i mediatori di FAI Ponte tra Culture che, provenienti da diversi Paesi, offrono un originale contributo raccontando le opere della Collezione Genesi dal vivo e tramite podcast, arricchendole di una testimonianza diretta e personale.

Il progetto coniuga attività espositiva e formativa con l’obiettivo di fornire un’educazione permanente in difesa dei diritti umani. 

Parte fondamentale di Progetto Genesi è dunque l’attività educativa, distribuita in un ricco programma di visite guidate e workshop inclusivi e partecipativi, sia in presenza nelle sedi espositive sia online, destinati a bambini, ragazzi e adulti.

Per dare profondità ai temi e alle questioni cui Progetto Genesi intende dare attenzione, suo ulteriore elemento di forza è il ciclo di appuntamenti, a cadenza mensile, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore intitolato “Sfide per il futuro” e costituito da dodici conversazioni online, in cui esperti di rilievo internazionale si confrontano con docenti dell’Università Cattolica su rilevanti tematiche legate ai diritti umani.

E importante che tutto ciò avvenga anche ad Agrigento in quanto Agrigento è la “Porta d’Europa” ed è frequentemente interessata da fenomeni migratori. Migrazioni che oggi avvengono anche a causa della crisi climatica.

Proprio da Agrigento sono partiti messaggi importanti sul tema dell’accoglienza e del soccorso in mare, messaggi  diretti all’intera Comunità Europea e non solo….

La Magistratura agrigentina ha, infatti, recentemente ribadito che “è un dovere il soccorso in mare” giudicando ad esempio il caso di Carola Rackete.

Da Agrigento, che si candida a diventare Capitale Italiana della Cultura per il 2025, sono partiti altri messaggi importanti e intimamente connessi con il tema dei diritti umani quale il progetto “liberare la bellezza”  alla Scala dei Turchi.

Il progetto “Liberare la bellezza” è un processo lungo che ha visto protagonista appunto la Scala dei Turchi, monumento segnalato in negativo nel 2008 tra i Luoghi del Cuore FAI per l’ecomostro che vi insisteva fin dal momento in cui Legambiente aveva bloccato la realizzazione di un albergo sulla spiaggia (1992). Una lunga battaglia giudiziaria vinta, con il FAI costituito nei processi insieme a Legambiente e Comune di Realmonte. 

Il FAI, con il partner Banca Intesa , si è reso, poi,  disponibile a finanziare l’operazione di ripristino dei luoghi e ciò ha  portato  nel 2013 alla demolizione  dell’ecomostro a spese del proprietario.

Di  conseguenza la somma stanziata dal FAI per la demolizione del  primo ecomostro

 è stata  utilizzata per la demolizione di un  secondo ecomostro, questa volta a picco sulla scogliera,  per la realizzazione di uno splendido belvedere. 

Nell’estate 2016, a seguito della demolizione  della struttura abusiva che deturpava il sito, è stato inaugurato il belvedere FAI della  Scala dei Turchi. 

In questo modo migliaia di visitatori potranno sempre godere dall’alto, liberamente e gratuitamente, di questo spettacolo della natura. La Scala dei Turchi  è oggi  uno dei luoghi  del cuore più amati dagli italiani,  è uno dei simboli della Sicilia nel mondo ed  è candidata a diventare Patrimonio dell’Umanità. 

Grazie all’impegno del FAI questo luogo straordinario ha ottenuto riconoscimenti importanti come la menzione “legalità e paesaggio, lotta all’abusivismo attraverso la valorizzazione delle qualità territoriali” conferita in occasione della prima Giornata Nazionale del Paesaggio e all’interno del Premio Nazionale del Paesaggio Italiano del 2017 . 

Oggi, quindi, un territorio simbolo per anni di abusivismo viene additato all’Italia e all’Europa come simbolo di lotta all’abusivismo con ricadute positive (anche economiche) su tutto il territorio. L’impegno del FAI alla Scala dei Turchi è stato da ultimo riconosciuto anche dal New York Times. 

In conclusione pandemia, guerra e crisi climatica ci spingono verso un mondo nuovo, che può essere affrontato solo con nuove idee e che speriamo sia migliore, e  il progetto Genesi può rappresentare un’occasione importante per riflettere su un futuro che metta al centro l’Ambiente e i Diritti Umani proprio attraverso la nuova frontiera dell’Arte.

*Curatrice di Progetto Genesi – https://associazionegenesi.it/

**Capo Delegazione provinciale FAI Agrigento –

https://fondoambiente.it/

https://www.giustiziainsieme.it/it/diritto-e-societa/2349-fai-e-progetto-genesi-arte-e-diritti-umani-una-nuova-frontieraintervista-di-roberto-conti-a-ilaria-bernardi-e-giuseppe-taibi

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