In Diritto

Cari Amici,

Grazie per essere intervenuti numerosi (e anche da fuori Agrigento) e buona festa della donna a tutte le gentili Signore presenti.

L’associazione nazionale Avvocati Italiani, che mi onoro di presiedere ad Agrigento, è un’associazione giovane che tuttavia conta già più di 100 sezioni in Italia e diecimila di iscritti.

Ad Agrigento l’Associazione è molto attiva ed è composta prevalentemente da giovani colleghi. Un’associazione che intende collaborare proficuamente con l’Ordine, la Magistratura e l’Università nonché con tutte le altre associazioni di Avvocati presenti sul territorio .

Un’associazione alla quale Vi invitiamo ad iscrivervi fin da subito ( trovate i colleghi del direttivo pronti a darvi informazioni e il modulo di iscrizione) per contribuire  a disegnare insieme il futuro di questa nostra amata professione.

Il motto dell’Anai, che trovate anche sul sempre aggiornato sito internet, è “insieme per proteggere il futuro dell’Avvocatura” e proprio di futuro dell’Avvocatura abbiamo deciso di discutere in questo convegno organizzato in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Agrigento e con  l’adesione della Sottosezione di Agrigento dell’ANM. Ringrazio vivamente entrambi per l’impegno profuso, così come ringrazio affettuosamente il direttivo e tutti i soci dell’Anai di Agrigento .

E per parlare di futuro  abbiamo invitato alcuni tra i massimi vertici dell’Avvocatura come Filippo Marciante, vice Presidente nazionale dell’Oua, come Santi Geraci, Vice presidente Vicario della Cassa Forense, e come Maurizio De Tilla che è stato presidente della Cassa Forense, Presidente dell’Oua e oggi è Presidente dell’Associazione Nazionale Avvocati Italiani; grazie Maurizio per il Tuo lungo ed encomiabile impegno per un’avvocatura migliore.

Il momento storico che stiamo vivendo in Italia è un momento delicato per l’avvocatura.

E’ stata approvata la tanto attesa riforma della nostra professione che ribadisce il rilievo costituzionale della professione forense, i valori di autonomia e di indipendenza, in uno Stato di diritto che riconosce all’avvocatura un ruolo essenziale: quello di garante delle libertà, della certezza dei rapporti giuridici, della competenza nella realizzazione delle operazioni economiche.

Nel frattempo la Cassa forense ha approvato il nuovo regolamento per il versamento dei contributi obbligatori da parte dei legali ed è stato   approvato il nuovo codice deontologico .

E tuttavia sono ancora tanti gli ostacoli che si frappongono alla piena attuazione della legge professionale, tanto si parla di controriforma forense.

Si è cercato di limitare il ruolo dell’avvocato e l’accesso dei cittadini alla giustizia attraverso il costante aumento del contributo unificato (e da ultimo   di legge delega di riforma del processo civile con i criticabili punti delle sentenze “ a pagamento”, delle sanzioni a carico del legale, del Giudice unico in appello e della consulenza tecnica obbligatoria; tutti ostacoli  che si aggiungono ai ben noti limiti  all’Appello e al giudizio in Cassazione.

L’avvocatura ha reagito con gli scioperi di febbraio e sono previsti scioperi anche a Marzo.

Ma adesso  abbiamo un nuovo presidente del Consiglio dei ministri e un nuovo ministro della giustizia, Andrea Orlando, dal quale sono arrivati alcuni segnali di distensione e di dialogo.

E l’avvocatura, lungi dal piangersi addosso, ha molte proposte concrete per migliorare la Giustizia, e le ascolterete dall’Oua e dall’Anai.

Altra questione attuale  è quella dei parametri forensi: ma adesso vi è l’impegno del ministro Orlando a che i nuovi parametri forensi vengano pubblicati celermente recependo le osservazioni migliorative delle commissioni parlamentari .

Non si dimentichi che l’offensiva politica contro l’avvocatura è iniziata con le lenzuolate di Bersani ed è proseguita, per dirla con il Presidente De  Tilla, con i provvedimenti di ulteriore liberalizzazione selvaggia posti in essere dai governi successivi. Questo ha contribuito a rendere conflittuale e non più fiduciario il rapporto tra cliente e avvocato. Tocca all’Avvocato ricostruire un rapporto serio con il cliente e l’Anai sta lavorando anche ad un tariffario dell’avvocatura .

Tanti gli argomenti, quindi, da approfondire oggi che spero diano vita ad un vivace dibattito perché l’obiettivo dell’incontro odierno  è quello di formarci tutti insieme e di crescere attraverso il confronto.

Un confronto anche con la Magistratura, e l’adesione dell’Anm a questo convegno conferma la disponibilità al dialogo, in un momento storico anche importante per il Tribunale di Agrigento che ha appena accolto 11 nuovi giudici e 2 PM.

Ma tutto questo è il contingente e in un convegno che si occupa del futuro dell’avvocatura bisogna provare ad andare anche oltre il contingente. In quest’ottica io desidero condividere con Voi alcune riflessioni  del Prof. Avv. Andrea Pisani Massamormile che in un recentissimo incontro a Catania ha posto l’accento sul fatto che oggi per superare la crisi, il cui aspetto economico– finanziario è il meno grave, abbiamo bisogno di idee e di valori, così come per costruire un nuovo edificio abbiamo bisogno prima di idee e progetti.

Abbiamo il dovere di sognare, e i sogni hanno un confine comune con la speranza.

Il futuro dell’Avvocatura va a braccetto con il futuro della civiltà giuridica dell’Italia.

Etica e cultura devono essere, o tornare ad essere, i capisaldi  della nostra professione. E l’avvocato di etica e cultura deve fare sia il suo principale dovere deontologico sia il trampolino per lanciarsi  sul  futuro. Etica intesa come vivere bene (Socrate ricorda che non basta vivere, bisogna vivere bene) e vivere bene significa rappresentarsi il bene degli altri, il bene comune, e a questo indirizzare la propria azione. L’egoismo deve cedere il passo alla solidarietà.

L’Incontro tra etica e professioni si realizza da un canto nella solitudine delle coscienze, dove non vi sono alibi a cui appigliarsi, e dall’altro nel

E gli obiettivi dell’avvocatura si otterranno solo se la società li vorrà e la società li vorrà solo quando percepirà la centralità sociale e propositiva

Oggi manifesto ideologico che  restituisca  a noi avvocati la consapevolezza di quello che siamo e poi induca spontaneamente la  società a  riconoscerci spazio e rispetto.

Intanto noi avvocati dobbiamo difenderci da un nemico terribile: il mercato. Il mercato inteso come libero. Ci hanno indotti a credere che il mercato è libero quando è  senza regole e invece il mercato per essere libero ( e liberi gli operatori) necessita di  regole precise e severe, proprio per evitare abusi e per ridurre le asimmetrie.

Oggi la politica è spesso asservita all’economia e il mercato detta l’agenda di ogni governo, anche quella in tema di giustizia.

Il lavoro intellettuale è mortificato sull’altare del dio profitto.

In questo contesto le professioni intellettuali, e in particolare quella dell’Avvocato, non devono sacrificare etica e cultura.

A noi avvocati sono assegnati due compiti fondamentali: assicurare l’effettività della difesa(la giustezza del processo)  e assicurare  la conoscenza effettiva della legge ( la diffusione del principio di legalità) .

Secondo caposaldo è l’attenzione all’aspetto deontologico. Partendo da una giustizia disciplinare migliore. Anche perché su questo tema l’avvocatura non è stata molto presente.

Dobbiamo avere coraggio e costruire la modernità emancipandoci dall’autoreferenzialità.

E’ importante la formazione continua e la specializzazione non solo in nuovi campi del sapere ma anche in materie che costituiscono l’antefatto storico- culturale e l’anima umanistica della nostra professione come le lettere, la storia, la logica,  la filosofia, la psicologia, le arti perché l’avvocato è il più umanista dei liberi professionisti. E’ partecipe per vocazione delle relazioni umane e degli incontri e scontri che lì si determinano. La difesa in senso filosofico richiede la conoscenza di tutto l’uomo e di tutti gli uomini .

La cultura è la chiave perché il mondo rispetti la persona umana e l’economia rispetti la giustizia .

Il problema del numero degli iscritti resta centrale (e in passato non si è voluto affrontare) ma appare sempre   legato al fatto che non abbiamo recuperato la nostra posizione, il rango che ci compete. Rango civile e costituzionale  che recupereremo con il nostro sentimento di libertà, le nostre radici umanistiche e il nostro bagaglio culturale.

E anche l’auspicata crescita non ci sarà senza una effettiva tutela dei diritti .

Non è importante l’ostilità del legislatore dell’oggi forse poco preparato o forse ostaggio di chi  ha interesse a mortificare gli intellettuali nella vile speranza che indebolire il dissenso possa far crescere il profitto.

Noi dobbiamo continuare a camminare a testa alta perché, per concludere con Pisani Massamormile, abbiamo compreso da un canto che ricchezza materiale e felicità sono cose distinte e distanti e dall’altro sappiamo che  la nostra professione è figlia della cultura, sorella della legalità e madre delle libertà.

L’ultimo pensiero è affidato ad Albert Camus :

Esiste la bellezza ed esistono gli oppressi.

Per quanto difficile possa essere farò di tutto per rimanere fedele ad entrambi.

Buon lavoro a tutti

Agrigento 8 Marzo 2014

Condividi su:
Articoli recenti

Start typing and press Enter to search